LA CACCIA IN SPAGNA

Ogni qualvolta che vediamo un post di denuncia sulla situazione spagnola dei galgos, le domande o riflessioni più ricorrenti sono: “ma non si può fare nulla? Non si può fare una petizione?”
La situazione non è così semplice. Il maltrattamento dei galgos affonda le sue radici nel medioevo, quando il popolo si rese conto, che “rubare” un galgo ad un nobile (solo loro potevano detenerli) e farlo figliare poteva portare qualche guadagno. Ovviamente non avevano mezzi per cui il mantenimento era ridotto all’osso, e spesso se non ce la si faceva, si eliminava il problema. In poco tempo “le modalità di gestione” di questi cani si trasformarono in tradizioni e le tradizioni vennero tramandate di padre in figlio fino ad arrivare ai giorni nostri.
Oggi la caccia in Spagna ha un introito molto importante. Basti pensare che la Spagna è uno dei primi paesi al mondo per quanto riguarda il turismo venatorio. Nell’85% del territorio spagnolo è permessa la caccia (in Italia ad esempio, nel 2,5% del territorio). A questo si aggiunge la lobby dei Galgueros, con quasi 20.000 accreditati, e chissà quanti illegali, rappresenta un’associazione molto forte e con una grossa influenza. Ed infine, la Spagna è uno dei 2 paesi europei che non ha recepito la Carta dei diritti degli animali. Un documento fatto dall’EU, che riporta quelli che sono i diritti degli animali. Ogni Stato Membro sulla base di questo documento ha aggiornato il proprio codice civile in materia di maltrattamento animale. Perché no la Spagna? Semplice che ne sarebbe delle corridas davanti ad un documento del genere?
Insomma, una cultura radicata, interessi economici ed una lobby fortissima riesce a tenere in piedi una tradizione macabra.
Ma la Spagna non è solo questo. La Spagna è quel paese fatto da centinaia di rifugi che salvano i galgos, fatto da monumenti commemorativi dei galgos (presenti in molte città). La Spagna è anche fatta da migliaia di persone che scenderanno in piazza il 7 febbraio in tantissime città per urlare la loro indignazione per questa situazione.
La Spagna è fatta da tantissime persone che non accettano questi maltrattamenti.
La battaglia è ancora lunga saranno ancora tanti i galgos che verranno sacrificati in nome di tradizioni assurde, la sofferenza farà fatica a spegnersi. Ma arriverà il tempo in cui anche i galgos recupereranno la loro dignità. Arriverà il tempo in cui potranno correre per il gusto di farlo. Arriverà il tempo in cui i rifugi si svuoteranno. Perché loro sono i figli del vento…
Nicola Panarelli